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Vigna della regina

Non tutti i torinesi sanno che sulla collina della città, nella magnifica residenza sabauda di Villa della Regina, si trova un vigneto cittadino da cui si ricava il vino Freisa di Chieri DOC Superiore. 

Si tratta dell’unico vigneto urbano in Italia a produrre un vino cru certificato DOC.

Per raccontare tutta la storia, dobbiamo tornare un po’ indietro nel tempo… fino al 1615 anno in cui l'architetto orvietano Ascanio Vitozzi, il progettista del Palazzo Reale di Torino, realizzò il progetto di Villa della Regina. Questa residenza fu voluta da Maurizio di Savoia - prima cardinale e poi, dal 1641, principe d'Oneglia: da qui il nome originario di Villa del Principe Cardinale - e passata poi a sua moglie Ludovica di Savoia. Oggi viene chiamata Villa della Regina in quanto fu scelta come residenza estiva prima da Anna Maria d'Orléans e poi da Polissena d'Assia, entrambe regine di Sardegna. È proprio durante il Settecento che la Villa vive il periodo di massimo splendore, grazie alla regina Anna Maria di Orléans, che si innamora perdutamente di questo luogo, della sua quiete rurale e del meraviglioso panorama sulla città di Torino e con l’intervento dell’immancabile Juvarra prende l’aspetto che è possibile osservare ancora oggi.

Vigna della Regina in primavera

Il «grande appezzamento di vigneto popolato da piante fruttifere», che si estende sulla collina a nord di Villa della Regina, fu creato come parte agricola integrante della Vigna voluta e progettata dal principe Maurizio di Savoia all’inizio del Seicento. «Vigna bosco, prato e giardino» sono descritti nel 1657 nel suo inventario post mortem e in quello successivo del 1677, quando consistenti «miglioramenti rilevanti a somme considerevolissime», comprendenti anche il «piantamento d’Arbori e Viti», furono promossi dalla nuova proprietaria, la moglie Ludovica di Savoia.

Nel corso del Settecento l’interesse per questo aspetto del «vivere in Villa» si mantenne inalterato, così come nell’Ottocento, quando il vigneto, in locazione, confinava con i «giardini a Frutta», a loro volta contigui all’«orto a legumi» del Custode della Villa.

Dal 1869 fu donata dai Savoia all'Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari Italiani. Fa parte del circuito delle Residenze sabaude in Piemonte e dal 1997 è iscritta alla Lista del Patrimonio dell'umanità come parte del sito seriale UNESCO Residenze sabaude.

Con la chiusura dell’Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari, il versante destinato a vigneto e l’intero giardino furono invasi da piante infestanti che ne determinarono la scomparsa dal panorama cittadino.

Luca Balbiano nella Vigna della Regina nel 2020

I bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale portarono alla distruzione di vari elementi architettonici e strutturali della Villa e, con essi, anche il vigneto fu semi distrutto e abbandonato decenni. La villa conobbe periodo buio e di degrado, durante il quale i suoi esterni furono ricoperti con accumuli di vegetazione infestante che arrivarono fino ad un volume di 400 000 metri cubi di piante.

A tale situazione si pose fine nel 1994, anno della presa in gestione del complesso strutturale da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, con lavori di disinfestazione e restauro che durarono oltre dieci anni, fino al 2007, anno ufficiale della riapertura al pubblico.

Mancava ancora un ultimo tassello…

La lunga attività di recupero della magnifica Villa della Regina, infatti, terminò nel 2003 con il reimpianto dello storico Vigneto Reale ad opera dell’Azienda Vitivinicola Balbiano.

Avvalendosi della preziosa collaborazione del Prof. Gerbi (Università degli Studi di Torino – Facoltà di Agraria) e della Dott.ssa Anna Schneider (CNR – Torino), l’Azienda Balbiano è riuscita nel complesso intento di ridare vita alla Vigna della Regina. Un totale di 2700 barbatelle, per la maggior parte di Freisa, disposte su una superficie totale di 0,73 ettari.

Vigna della Regina in primavera

Il primo anno di raccolta è stato il 2008: i 10 quintali di uve vendemmiate sono state interamente affidate al Prof. Gerbi affinché, attraverso una serie di micro-vinificazioni sperimentali, desse il suo parere riguardo le potenzialità di vinificazione: i risultati hanno dato esiti straordinari, incoraggiando l’Azienda Balbiano ad intraprendere una vinificazione mirata ad un lungo affinamento.

L’annata 2009 ha segnato la prima vendemmia ufficiale del “Vigna della Regina”: 40 quintali di uve sane e mature hanno dato origine alle prime storiche bottiglie del “Vigna della Regina” 2009.

Il 2011 è un anno storico sia per il Vigneto Reale e sia per l’Azienda Balbiano. Un lungo e delicato lavoro ha portato alla reintroduzione del vigneto di Villa della Regina all’interno dell’area DOC del Freisa di Chieri, rendendolo così in grado di produrre (proprio dall’annata 2011) il primo Freisa di Chieri DOC Superiore “Vigna Villa della Regina”, un vino unico, 100% torinese nonché di stirpe reale.

Oltre al vino sono disponibili altri prodotti come i cioccolatini aromatizzati al Freisa, le ciliegie di Pecetto imbevute nel vino, la grappa distillata dalle vinacce selezionate di Vigna della Regina e il Chinato di Freisa.

Dall’esperienza di Vigna della Regina, Luca Balbiano fonda nel 2019 la Urban Vineyards Association (U.V.A.) un’associazione internazionale nata con l’intento di tutelare il patrimonio rurale, storico e paesaggistico rappresentato dalle vigne urbane, valorizzandole sotto il profilo culturale e turistico, rendendolo produttivo per la collettività e per il futuro nel rispetto dell’ambiente, attraverso politiche vitivinicole e sociali di integrazione e sostenibilità.